Buondì cari lettori, tutto bene?
Com’è il meteo dalle vostre parti? Qui a Roma l’aria si è rinfrescata parecchio e di questo siamo grati, ma chissà quanto durerà.. intanto ci godiamo l’aria frizzantina della mattina e dormiamo sonni tranquilli, senza agitarci e alzarci ogni cinque minuti per bere l’acqua! ^_^
Oggi vorrei parlarvi di un libro di un’autrice quasi esordiente, Ilaria Goffredo, di cui avevo già recensito un romanzo in passato, “Il cavaliere d’Africa”.
Ilaria ha voluto dare vita a una sorta di protesta editoriale contro le case editrici medio-grandi. Il suo nuovo romanzo, “Tregua nell’ambra”, è arrivato finalista al concorso nazionale ilmioesordio, edizione 2012, ma nonostante questo successo nessuna casa editrice si è fatta avanti.
Così Ilaria ha deciso di mettere a disposizione il suo libro per il download gratuito ed è riuscita in questo modo a raggiungere circa 8.000 lettori.
Di cosa parla “Tregua nell’ambra”?
Siamo nel gennaio 1943, a Martina Franca, in Puglia. L’Italia è in guerra da tre anni e la popolazione sta soffrendo sempre di più la fame. Protagonista è la diciottenne Elisa, anche lei vive una vita di stenti insieme al padre e al fratello.
Un giorno conosce un ragazzo bellissimo, Alec, dagli occhi di ambra. E’ il figlio di una sua cara amica che le fa un po’ da mamma. Intorno ad Alec aleggia un alone di mistero, ha un accento strano e dice di vivere e lavorare al Nord. Tra lui ed Elisa sboccia subito l’amore, ma il ragazzo dovrà presto andare via.
Ilaria ci racconta, grazie ai suoi studi approfonditi e le testimonianze di persone anziane, delle attività fasciste e antifasciste e dei campi di concentramento. Una storia di guerra e di amore.
Il romanzo mi è piaciuto soprattutto nella parte iniziale, dove Ilaria racconta la vita della povera Elisa, della sua famiglia e dei loro amici. Il lettore assapora la disperazione dei protagonisti, disperazione dovuta alla fame, alla ricerca di un momento di felicità, di tregua, tregua che per Elisa arriva insieme all’arrivo del misterioso Alec e da qui purtroppo il libro diventa un romanzo d’amore. Mi è sembrato di tornare ai tempi de “Il cavaliere d’Africa”.
Stesse frasi, più o meno stessa differenza di età dei protagonisti, stesse identiche dichiarazioni d’amore ripetute all’infinito, un infinito che dopo un po’ stanca.
A un certo punto Elisa, per ritrovare il fratello, viene catturata e portata in un campo di concentramento. Per fortuna riesce a salvarsi da una morte certa, grazie al suo cavaliere che in maniera piuttosto semplice riesce a portarla via dal campo e sembra che lei si riprenda quasi subito dalle umiliazioni subite, mentre poi più avanti nel libro sembra ricordarsi di aver sofferto le pene dell’inferno che elenca al suo salvatore.
Verso la fine del libro poi l’autrice si concentra sul racconto della vita nel castello Svevo di Bari, adibito a caserma per le truppe inglesi e americane, dove Alec porta in salvo Elisa. Alec deve poi ripartire per una missione e lascia l’amata nelle mani di un suo collega, che naturalmente si innamora di lei. Ecco, questa parte l’ho trovata noiosa e ripetitiva e devo dire che il fatto che tutti gli uomini si innamorino di Elisa non ha aiutato.
Insomma, la parte storica mi è piaciuta davvero tanto e avrei voluto che il romanzo continuasse così, non dico che non doveva esserci una storia d’amore, ci poteva stare, ma raccontata in maniera diversa, perché alla fine sembrava - mi dispiace davvero dirlo, ma è la sensazione che ho avuto - un romanzo Harmony.
Per chi fosse interessato al libro visitate il sito dell’autrice per tutte le info: http://treguanellambra.blogspot.it/
Auguro a tutti un meraviglioso weekend! ^_^